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Seminario Le imitazioni insidiose: Il Caso d'Islanda

INCIPIT

Il caso ha preso avvio nel 2014, quando l'ing. Ingimar Hansson ha fatto causa ad una società Belga chiedendo l'accertamento della falsità di 21 firme, apparentemente a suo nome, apposte su fatture. Il percorso giudiziario è stato accidentato e in esso si sono avvicendati numerosi periti, con opinioni non sempre concordi. Sono stati chiamati a pronunciarsi alcuni periti del Tribunale (l'inglese Cosslett e i tedeschi Hecker e Philipp) e si sono succedute quindi altre 6 perizie di esperti di diverse nazionalità, che hanno concordemente evidenziato la bassa resistenza alla contraffazione delle firme del sig. Hansson.


GLI APPROFONDIMENTI DI FRANCESCO DELLAVALLE

Il caso è stato seguito in una prima fase dal tecnico - esperto in optoelettronica e metrologia - Francesco Dellavalle, titolare della Forinst srls, al quale il sig. Ingimar si era rivolto per una consulenza tecnica specialistica, avendo Dellavalle effettuato studi specifici sulla possibilità di stabilire la sequenza temporale di apposizione di una firma rispetto alla stampa, anche in assenza di intersezioni tra i due grafismi. Il sig. Ingimar chiedeva quindi di verificare se le firme a suo nome sui documenti (fatture) oggetto di contestazione, fossero state apposte prima o dopo il testo stampato. L'indagine del tecnico Dellavalle è stata effettuata in loco, acquisendo la documentazione dal Tribunale, ed effettuando una ricerca delle particelle residue di inchiostro a stampa lungo i fili grafici delle manoscritture e la successiva verifica se le particelle di toner risultassero sopra o sotto le sottoscrizioni in questione. L'indagine ha avuto esito negativo, per cui si è proceduto, su richiesta del sig. Ingimar, ad analizzare le firme "sospette" comparandole con comparative autografe certe, presenti su altri documenti in possesso di Ingimar. Lo scopo era di approfondire le variazioni pressorie ed individuare eventuali dettagli che potessero evidenziare l'intervento di altra mano nella redazione delle firme contestate. L'esito negativo anche di queste ulteriori indagini strumentali ha suggerito di coinvolgere nel caso anche un grafologo, al fine di analizzare più in dettaglio le sottoscrizioni anche (e soprattutto) da un punto di vista grafologico peritale.

Le successive indagini sono state eseguite quindi con la collaborazione dell'ing. Antonio Schirinzi: è stato analizzato principalmente l'appoggio pressorio, con l'ausilio di apposita strumentazione della Forinst (microscopio MSM e video comparatore multispettrale, e quindi si è approfondita l'indagine sulla tipologia di inchiostri utilizzati per eseguire le firme in verifica mediante lo spettrofotometro Forinst SPF). Si è proceduto anche ad un confronto con le immagini acquisite dagli esperti Tedeschi attraverso l'apparato ESDA(1). Anche in questo caso le risultanze sono state negative, anche a causa dei limiti dell'indagine ESDA, per cui si è proceduto con l'analisi grafo-tecnica affidata all'Ing. Schirinzi.IL CONTRIBUTO DELL'ING. ANTONIO SCHIRINZIIl lavoro dell'ing. Antonio Schirinzi ha evidenziato come la difficoltà del caso fosse dovuta alle numerose analogie tra firme in verifica e comparative, sia nei parametri grafici generali che particolari. L'approfondimento grafo-tecnico è stato improntato, quindi, sulla necessità di rilevare:
  1. Il grado di variabilità grafica individuale;
  2. Il grado di complessità delle firme esaminate.
A seguito della prima delle predette analisi, è stato possibile riscontrare una variabilità grafica decisamente maggiore nelle firme autografe rispetto alle firme in verifica. Si è quindi ipotizzato che le firme potessero essere state imitate da un falsario cercando di riprodurre solo alcune delle varianti grafiche rispetto alla varietà presente nelle firme autografe. Il limite di tale ipotesi risiedeva, secondo Schirinzi, nel fatto che alcune correzioni su lettere fossero presenti sia nelle firme in verifica che nelle comparative, con analogie nel movimento scrittorio. Nonostante la presenza di tali correzioni l'ing. Schirinzi ha evidenziato come la bassa complessità delle firme esaminate ne rendesse facile l'imitazione riproducendo solo un set limitato di caratteristiche presenti nelle autografe (tra le quali le correzioni poiché appariscenti). L'ing. Schirinzi ha quindi iniziato ad esercitarsi nella produzione di un falso per verificare la correttezza di quanto rilevato, suggerendo, al contempo, di far produrre delle altre firme falsificate da un bravo imitatore, al fine di verificare ulteriormente, ed in caso positivo validare, la fattibilità di un'operazione di falsificazione.

LA PERIZIA DI LORELLA LORENZONI - RAFFAELLA PRATOLA - BRUNA PASCALI

Il caso è stato, quindi, esaminato dalle esperte Dr.ssa Lorella Lorenzoni e Dr.ssa Raffaella Pratola, che hanno analizzato e posto a confronto 3 gruppi di firme: 
  • Firme contestate;
  • Firme autografe;
  • Firme imitate da un terzo soggetto.
Le esperte rilevavano che, nonostante analogie apparenti, si riscontrava una maggiore spontaneità esecutiva nelle firme comparative autografe del Sig. J. Ingimar Hansson, mentre nella campionatura delle firme imitate e delle firme contestate (oggetto di verifica) il ductus ed il ritmo scrittorio era connotato da elementi più rappresentativi (cioè è presente una costruzione di forma ben disegnata ma priva di ritmo naturale). Le firme contestate mostravano troppa regolarità rispetto ad apprezzabili ineguaglianze nelle comparative. La campionatura delle firme autografe mostrava una maggiore originalità espressiva(2) demarcata da un naturale ritmo grafico, visibile in alcuni aspetti personali nelle lettere e ineguaglianze tipiche di qualsiasi scrittura spontanea(3). Nel 2019 il sig. Ingimar Hansson incaricava le esperte Lorella Lorenzoni, Raffaella Pratola e Bruna Pascali di effettuare un ulteriore approfondimento, anche sulla base di ulteriori studi portati avanti dallo stesso Hansson (e poi convalidati dalle esperte) che ipotizzavano l'utilizzo di un sistema matematico da parte del falsario, volto a riprodurre la variabilità grafica naturale della scrittura del sig. Hansson. L'approfondimento ha tenuto conto sia della criticità dovuta alla bassa complessità - e dunque facile imitabilità - delle firme autografe, sia della presenza in entrambi i gruppi considerati di caratteristiche grafiche peculiari della scrittura di Hansson (es. le correzioni).L'indagine ha evidenziato una diversa "frequenza" di tali caratteristiche grafiche, nelle firme in verifica e nelle comparative, in quanto alcuni elementi grafici presenti nelle firme in verifica non risultavano rappresentati in nessuna delle oltre 450 firme comparative.  Viceversa alcune caratteristiche connotative delle firme autografe non sono mai state rinvenute nelle firme in verifica. Nel caso delle correzioni, è stato possibile accertare che la frequenza delle stesse nelle firme in verifica era nettamente superiore alle firme autografe. I dati raccolti sono stati espressi in termini percentuali rispetto alla totalità della campionatura in verifica e autografa, e quindi trasformati in grafici 2d e 3d. All'esito di un'indagine minuziosa sia sulle singole lettere che sulla dinamica scrittoria nel suo complesso, è stata accertata una divergenza nella variabilità grafica, con maggiore regolarità delle firme in verifica rispetto alle comparative. Lo studio è stato integrato con misurazioni delle lunghezze, degli spazi, dei profili (superiore ed inferiore) e dei singoli segmenti, effettuate attraverso il software Namirial Grafologico, sui 3 gruppi di firme oggetto di indagine. I risultati emersi dal confronto tecnico, visualizzati in 3d, hanno confermato le divergenze già evidenziate attraverso l'analisi grafo-tecnica. Anche l'approfondimento sulla pressione e sul tratto ha convalidato le divergenze già rilevate, evidenziando una minore modulazione nelle firme in verifica rispetto alle firme comparative, nonché una diversa tessitura.

IL CONTRIBUTO DI INGIMAR HANSSON - L'IPOTESI DI UN SISTEMA

L'ing. Ingimar Hansson, nel tentativo di far emergere la verità, ha approfondito autonomamente lo studio della sua scrittura, analizzando la dinamica scrittoria personale delle singole lettere.  Sulla base di tale approfondimento ha ipotizzato l'utilizzo di un sistema matematico, adottato dal falsario per riprodurre la variabilità grafica delle firme naturali. Il falsario avrebbe quindi imitato non solo la firma nel suo insieme, ma avrebbe scelto determinate lettere studiando le caratteristiche delle autografe, e le avrebbe successivamente ricombinate tra loro, seguendo una progressione, per riuscire a mantenere la varietà e lo stile della firma autografa. Gli studi realizzati ed approfonditi dallo stesso Ing. J. Ingimar Hansson sono stati convalidati dai risultati delle perizie svolte dalle dr.sse Lorenzoni, Pratola, Pascali, che hanno accertato la falsità delle firme e la validità dell'ipotesi imitativa.

Note

  1. Lo strumento ESDA6 assomiglia vagamente a un grosso scanner. La tecnica (non invasiva) dell'apparato, semplificando, si basa sul seguente principio. Viene prima deposto il documento in verifica sulla base dello strumento (che è composta da un piano obliquo). Successivamente il foglio viene ricoperto da un altro foglio trasparente in materiale plastico, sul quale viene depositata una polvere finissima, composta da particelle carboniose. Sfruttando il principio elettrostatico, il foglio viene investito da una carica elettrica a elevata tensione (circa 8K Volt) che "dispone" le particelle in base alle asperità, micro piegature, solchi ciechi, etc. presenti sul reperto in esame.
  2. Il movimento grafico va visto sotto due aspetti di base: rappresentativo che crea impressione in chi osserva la scrittura ed espressivo, che provenendo dagli strati profondi della personalità è una manifestazione inconscia. Secondo la prima manifestazione lo scrivente inconsciamente impressiona l'osservatore seguendo una sua personale immagine anticipatrice (Leitbild); il principio espressivo, invece, è direttamente in rapporto con le forze vitali.
  3. Spontaneo (lat. Spontaneus) è libero da condizionamenti esterni o interni.La scrittura è naturale se è schietta, se è vera dunque se corrisponde alla natura dello scrivente. Spontaneo è un grafismo scorrevole, che procede con maggior liberazione senza programmazione o sforzo. Per B. Vettorazzo una grafia spontanea è necessariamente naturale

Bibliografia

  • R. Trevisani, "Lineamenti di Grafologia tedesca da Klages ai giorni nostri" ed "Quaderno Percorso Grafologici" Pag.10
  • "Metodologia della perizia grafica su base grafologica", pag. 112

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